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Anno: 2021

Il cinema italiano e quello estero: differenze e caratteristiche

Il mondo del cinema, un universo variegato, capace di unire culture differenti ed annullare le distanze tra i popoli. Tuttavia, ogni nazione presenta le proprie peculiarità riguardo a questa tecnica artistica, differendo nelle possibilità economiche ma anche nelle tecniche utilizzate a livello di sceneggiatura, generi di successo, linguaggio e comunicazione.

Il cinema italiano è sempre stato considerato un prodotto di livello, con grandissimi registi, come i compianti De Sica e Pasolini, ed attori dal calibro internazionale, magari meno prestanti dei colleghi americani ma con una capacità espressiva incredibile per intensità e capacità di immedesimazione.

LE CARATTERISTICHE DEL CINEMA ITALIANO

Si tratta di un’industria vera è propria, è corretto, ma risulta sempre molto riduttivo paragonare il cinema italiano solo ad un’azienda atta a produrre quanto più profitto possibile, in quanto la sua caratteristica principale è certamente quella dell’emozione. Sin dai tempi del dopoguerra, passando per i capolavori di Troisi, fino ad arrivare alle eccellenti interpretazioni di Favino, l’Italia si è distinta per una concezione intima e profonda con la quale ha marchiato ogni genere prodotto, trattando temi talvolta veramente difficili con un garbo ed una delicatezza unici nel loro genere.

Il cinema italiano vive di una continua commistione tra componente drammatica e comica, talvolta anche nella stessa pellicola, dove convive una sottile ironia del dramma o un senso di agrodolce nella risata. Si pensi ad esempio ai film di Carlo Verdone, dove il divertimento che provoca risate con le lacrime agli occhi lascia comunque nello spettatore, alla fine della visione, un senso di amarezza difficile da scrollarsi. I film italiani tentano sempre di provocare una riflessione nel pubblico, cercando di coinvolgerlo attraverso esperienze che lui stesso può sentire vicine perché vissute in prima persona, concentrandosi di frequente sull’aspetto familiare e sulle dinamiche contorte che possono nascere al suo interno, prediligendo l’aspetto del dialogo.

LE DIFFERENZE CON IL CINEMA ESTERO

Al giorno d’oggi i giganti dell’industria cinematografica contro i quali ogni cinema nazionale combatte sono quello americano e quello indiano. L’approccio alla pellicola e all’intrattenimento è totalmente differente, ricercando in ogni genere quanta più spettacolarità possibile.

Dove il cinema italiano propone articolati dialoghi ed una certa staticità nell’ambientazione, con una quasi totale assenza degli effetti speciali e del genere fantasy, il cinema estero tende ad inserire quanta più finzione possibile all’interno di ogni film, che cerca di discostarsi dalla vita reale dello spettatore per proiettarlo in un mondo fatto di azione e personaggi brillanti, privi di debolezze e chiusi nelle loro armature. Si tratta di due concezioni completamente opposte: da un lato l’intimità e l’immedesimazione, dall’altro l’azione estrema e l’inverosimile. Per questo ad essere coinvolte sono due tipologie di pubblico distinte: da un lato quello che vuole partecipare e riflettere, dall’altro tutti coloro che desiderano godersi uno spettacolo che li sollevi dalla semplicità delle incombenze quotidiane.

Anche quando l’Italia ha proposto un prodotto fantascientifico totalmente innovativo per il suo mercato, come “lo chiamavano Jeeg Robot” di Gabriele Mainetti, lo ha reinterpretato in una chiave umana troppo radicata per scomparire del tutto, creando un film per molti veramente valido. Un’altra importante differenza tra il cinema italiano e quello estero è certamente costituita anche dai budget investiti, sia per quanto riguarda il cache degli attori che il resto della produzione. Si tratta di guadagni imparagonabili, che consentono di investire quantità di denaro impensabili per creare l’effetto wow tanto amato dal pubblico.

Ultimo aspetto che è importante sottolineare è quello del ricambio generazionale degli attori. In Italia si tende spesso a rimanere ancorati ad una serie di personaggi di successo, che tendono in determinati periodi a monopolizzare la maggior parte delle produzioni, come ad esempio il Favino di turno, uno dei migliori sul panorama mondiale al quale viene ormai offerto ogni sorta di ruolo.

All’estero, invece, le possibilità per gli attori e i produttori emergenti sono certamente maggiori; si pensi ad esempio al giovane Tarantino, che negli anni ’90 incontrò la fiducia del pubblico nonostante l’inesperienza e la mancanza del nome.

QUESTIONE DI GUSTI

Come per ogni ambito della vita, anche nel cinema ognuno di noi ricerca ciò di cui ha più bisogno. In questo caso il dilemma è tra la possibilità di riconoscersi e quella di distaccarsi da se stessi, tra le quali la mia predilezione va sempre per la prima e per tutto quell’universo sfaccettato di emozioni che è il cinema italiano.

I vinili ancora oggi

Come cita la famosa canzone di Antonello Venditti, “certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano”. Così come tutto ciò che andava di moda nel passato tende a ripresentarsi in un futuro più o meno lontano, oggi si sta assistendo a livello globale ad un ritorno dei vinili, che nel passato erano stati rimpiazzati dai tanto amati CD (compact disk).

Ebbene, oggi sta avvenendo realmente la situazione inversa: si sta vivendo un ritorno ai vinili, in un contesto in cui la Sony ha chiuso l’ultimo stabilimento in cui si producevano i CD, anche perché ormai la musica viene sempre più ascoltata attraverso applicazioni rese possibili dall’avvento del digitale, quali Spotify, Apple Music e Amazon Music. Le prospettive per il futuro per quanto riguarda i CD infatti non sono per niente rosee: entro il 2020 questi non saranno più presenti sugli scaffali dei negozi, proprio come successe negli anni ’90 con i vinili.

Anche se il mercato del digitale ha registrato dei picchi elevatissimi negli ultimi due anni, anche il settore dei vinili ha visto un’inversione di tendenza, con delle vendite a livelli record nel 2017, mentre le vendite dei CD continuano a calare. Addirittura, oggi il giro di affari generato dal mercato dei vinili è di ben 218 milioni di dollari, una cifra non indifferente considerato il numero sempre crescente di abbonamenti per la fruizione digitale della musica. Infatti, se da un lato la Sony ha chiuso il suo ultimo stabilimento di produzione di CD, dall’altro ha ripreso proprio la produzione dei vinili, dal momento che le proiezioni per il futuro sono particolarmente positive.

Il vinile rappresenta una passione, uno stile di vita. Sicuramente, molti di voi avranno in giro per casa vecchi vinili, ancora funzionanti ma che magari hanno bisogno di una ripulita: è praticamente impossibile che un vinile non si impolveri o non si rovini anche solo un po’. Per questo motivo, è necessario pulirli, eliminando la polvere che si deposita nei solchi, cercando però allo stesso tempo di non rovinare il disco 33 giri.

Sul mercato ci sono dei panni specifici proprio per la pulizia dei vinili, delicati ma comunque efficienti e allo stesso tempo economici, che grazie ad una pulizia periodica permettono di mantenere i vinili in perfette condizioni e di mantenerli come nuovi. Sempre per la pulizia, poi, ci sono una serie di prodotti utili, come per esempio dei rulli, delle spazzole in fibra di carbonio o anche dei veri e propri kit, che contengono tutto il necessario per la pulizia e permettono al contempo di risparmiare ottenendo più prodotti in una sola confezione.

Ma perché oggi si sta assistendo al ritorno del vinile? Quali sono le motivazioni che hanno riportato in auge questo tipo di supporto? Non si tratta solo di nostalgia, ma anche del piacere di avere e custodire oggetti di un certo valore, anche perché oggi i giradischi rappresentano un vero e proprio oggetto di arredo, in grado di arricchire gli ambienti dandogli un tocco vintage. Nonostante si facciano delle proiezioni per il futuro, oggi il vinile ha registrato un grande ritorno, anche se di sicuro non sostituirà lo streaming o i supporti digitali; infatti, il vinile potrebbe essere la modalità utilizzata per ascoltare musica dentro casa, mentre il digitale rappresenterebbe un ricorso utile e sempre a portata di mano per gli ambienti outdoor.

C’è poi da considerare un altro elemento: il grande valore che i vinili hanno acquisito negli ultimi anni, in seguito ad un periodo in cui i prezzi sono crollati e molte persone hanno iniziato ad acquistarli e collezionarli. In più, è diventato anche un ottimo elemento per socializzare, perché mentre i supporti digitali portano all’estraniamento ovunque ci si trovi (per strada, sui mezzi pubblici e così via), il vinile può essere una modalità che invece porta all’unione e all’ascolto della musica in gruppo, per apprezzarne gli aspetti aggregativi.

In definitiva, non si può dire con certezza che peso avranno i vinili nel futuro; nonostante la varie proiezioni, soltanto il tempo potrà mostrare le sorti di questo supporto che ha visto un ritorno massiccio anche come oggetto di arredo vintage.

In ogni caso, mentre per molte persone il ritorno del vinile potrà essere un modo per fare un salto nel passato, per altre sarà una vera e propria scoperta, soprattutto per i più giovani che sono nati nell’era del digitale e quindi non hanno potuto apprezzare un 33 giri nel passato. Un vinile può rappresentare un momento di evasione dalla vita frenetica attuale, dove tutto si muove in modo rapido e si può saltare una canzone se non ci va: il vinile rappresenta il ritorno alle origini, al piacere di tenere un disco in mano, di estrarlo dalla sua confezione e di apprezzarne il profumo particolare.