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storia di suburra

La storia di Suburra – Netflix: un grande crime drama italiano

La serie tv Suburra di Netflix è una serie tv italiana che straconsigliamo se ami il genere crime. Ambientata fra Roma e Ostia, Suburra di Netflix si discosta parecchio dal pluripremiato film di Sollima innanzitutto per i tempi. I 135 minuti del film originale, per quanto rappresentino una durata ragguardevole per un film, non sono sufficienti ad approfondire in maniera adeguata gli intrecci della suburra romana, i legami fra potere, denaro e criminalità.

Suburra di Netflix al contrario ha tutto il tempo per raccontare cosa e chi muove gli ingranaggi di Roma, e lo fa senza mezzi termini, in maniera cruda, “alla Gomorra“, tenendo un ritmo sempre alto e ricco di colpi di scena. La cosa interessante è il punto di vista da cui vengono raccontati i fatti in questa serie Netflix: a differenza delle solite serie americane infatti, Suburra viene raccontata dal punto di vista dei vinti.

Suburra di Netflix – Protagonisti

Lele, Spadino e Aureliano, i tre protagonisti di Suburra di Netflix, non hanno mai avuto un ruolo di rilievo all’interno delle proprie famiglie. Sono sempre stati l’ultima ruota del carro, e tutta la serie rappresenta in qualche modo il tormentato tentativo di scalare la piramide sociale degli ambienti da cui provengono. I fatti vengono quindi raccontanti dal loro punto di vista. Che per una gangster serie è un aspetto abbastanza insolito.

Seppur non protagonisti assoluti della serie, anche i personaggi di Cinaglia, Samurai e Mognaschi appaiono in parecchie scene di rilievo e giocano un ruolo determinante a rendere variegata e avvincente la storia narrata nella serie, che a tutti gl ieffetti può essere definito un dramma corale.

La storia di Suburra

Suburra di Netflix oltre ai personaggi ben caratterizzati ha molti punti di forza.
Innanzitutto sono molto avvincenti le mosse della grande partita a Risiko giocata fra politica, criminalità, imprese e Chiesa. Non farò spoiler ma è chiaro che gli sceneggiatori hanno letteralmente saccheggiato la cronaca locale romana e nazionale degli ultimi 15 anni per imbastire questa fittissima trama di affari e imbrogli, soldi e potere. Ma un conto è leggere le cronache, un conto è vederle rappresentate dal vero, da bravi attori, in un contesto assolutamente realistico in cui Netflix non ha certo badato a spese.

Per capirci, il tipo di crime drama a cui appartiene Suburra di Netflix è un’opera complessa in cui la componente strategica è importante almeno quanto quella di azione.
I loschi intrighi di Samurai, potente boss romano, si scontrano con le mire di alcune famiglie criminali minori, e si intrecciano con gli interessi della politica in piena campagna elettorale, in un clima politico tremendamente simile alle dimissioni del Sindaco Marino. Con la sua ricchezza, i possedimenti ed il potere, anche la Chiesa gioca il suo ruolo determinante in Suburra.

I temi scomodi e il confronto con Gomorra

Tra prima e seconda stagione, Suburra di Netflix affronta alcuni temi scomodi: l’omosessualità in un ambiente tossico e retrogrado come quello di una famiglia zingara criminale; la corruzione economica e spirituale di molti uomini di Chiesa; il grande affare speculativo dell’accoglienza dei migranti sfruttato da affaristi e politici di sinistra e di destra.
Regista e sceneggiatori affrontano questi temi senza apparenti intenti moralistici: non vi è retorica né giudizio esplicito. Tuttavia la crudezza con cui vengono affrontati i temi suscita nello spettatore un forte sentimento di odio nei confronti di ogni potere che oggi domina la città di Roma, e che in un modo o nell’altro rende impossibile la vita ai “vinti” di ogni classe sociale.

In Suburra di Netflix insomma non c’è traccia del compiacimento che in qualche modo traspare da Gomorra, che molto spesso crea empatia fra lo spettatore e il boss.
Se cioè tutti prima o poi durante la visione di Gomorra abbiamo in qualche modo parteggiato per Genny, Pietro Savastano o Salvatore Conte, qui in Suburra di Netflix difficilmente ameremo i capofamiglia Aureliani e Anacleti o lo stesso Samurai.
E questo credo sia un altro grande merito da ascrivere agli autori di Suburra.